Si è concluso il 5 dicembre 2021 il 40° corso di formazione nazionale del Progetto Policoro tenutosi ad Assisi, che ha visto la partecipazione degli Animatori di Comunità provenienti dalle Diocesi italiane.
L’ultima giornata del corso è stata l’occasione per fare il punto della situazione sulla condizione dei giovani nella società d’oggi. Questo, infatti, è stato il tema dell’intervento di Nunzia De Capite di Caritas Italiana, che ha presentato i fenomeni pre-Covid sottolineando come il tempo di pandemia li abbia amplificati e individuando linee di intervento da adottare.
Successivamente è stato il momento di don Bruno Bignami, a cui è spettato il compito di chiudere i lavori. Dopo un iniziale momento in cui sono stati ripercorsi i punti salienti degli interventi tenuti dai relatori durante le varie giornate, tanti sono stati gli auspici e gli auguri che lui ha rivolto agli Animatori di Comunità lì presenti: sviluppare la capacità di incontrare le persone, uscendo dalle stanze e visitando il territorio, gli ambienti in cui i giovani e la gente tutta vivono; essere creativi in una stagione della storia umana completamente inedita e tutta da reinventare; essere protagonisti del cambiamento e del rinnovamento dei territori, caposaldo, questo, del Progetto Policoro stesso. Interessante, poi, il riferimento al concetto di Alleanza, collegato anche a quel Manifesto dell’Alleanza che i giovani hanno presentato a Taranto in occasione della Settimana Sociale del Cattolici italiani, tenutasi lo scorso ottobre e a cui gran parte degli Animatori di Comunità ha avuto l’opportunità di partecipare. L’alleanza è strumento imprescindibile per il cambiamento, ed è necessario costruirne sia dentro sia fuori la Chiesa. Alleanze quindi, o reti comunitarie, per dirla con le parole del Santo Padre Papa Francesco che in Laudato si’ 219 afferma: “Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali”. In conclusione, forte è stato il riferimento al titolo della formazione “Mi sta a cuore”, sulle orme di don Lorenzo Milani e il suo “I care”. La sfida è, quindi, quella di rovesciare le logiche della cultura individualista e promuovere la cultura della cura secondo una ritrovata antropologia delle relazioni. “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia”: queste parole di don Milani si pongono come punto di partenza per la stagione della prossimità e dell’azione sul territorio, nonché come augurio di uno stile di vita nuovo, uno stile di vita appassionato, per dirla con la parola attorno alla quale tutti i lavori hanno ruotato.
E la parola “Passione” ritorna anche nell’omelia della Santa Messa conclusiva celebrata presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli: il cristiano appassionato si lascia guidare dal Signore in uno sforzo straordinario di Volontà, Impegno, Amore e Speranza. In questo senso, vivere da persone appassionate significa abitare lo spazio e il tempo che ci è stato concesso con i piedi per terra ma con lo sguardo sempre verso il cielo
Al termine di quest’esperienza, piacevolmente segnata dall’emozione del ritrovarsi in presenza dopo lungo tempo, la speranza è che gli Animatori di Comunità tornino nei loro territori rigenerati e pronti a dare gambe al mandato che hanno ricevuto e rinnovato, consapevoli più che mai che, in questi tempi difficili da abitare, i giovani non sono e non devono essere un problema, bensì sono chiamati ad essere parte della soluzione.
Sara Farris, AdC Cagliari