Si è conclusa domenica 3 novembre l’ultima tappa del Percorso di Formazione all’impegno socio-politico 2024 promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile e da Caritas Italiana, rivolto agli Animatori di Comunità Senior del Progetto Policoro.
La tre giorni, tenutasi a Torino e a Ivrea nel primo week end di novembre, ha esplorato il tema “Far fiorire i sogni”. Gli AdC Senior, accolti nella struttura dell’Arsenale della Pace, hanno avuto modo di approfondire la storia di una realtà di solidarietà presente in ogni angolo del mondo e di ripercorrere, grazie alla Fondazione Adriano Olivetti, la dimensione umana e imprenditoriale di un un padre, un imprenditore che, oggi come allora, ha ancora tanto da insegnarci.
Esperienze arricchite da momenti di preghiera, spazi confronti, laboratori, volti a trasformare i desideri e le aspirazioni in impegno e realtà tangibili a servizio delle comunità.
“Abbiamo terminato la formazione annuale dedicata agli AdC senior del Progetto Policoro aiutati da due esempi di partecipazione: il Sermig e Adriano Olivetti – ha sottolineato don Ivan Licinio, Coordinatore nazionale del Progetto Policoro Nazionale, che ha aggiunto – In entrambi i casi è fiorito un sogno che ha inciso sulla vita della comunità. L’auspicio è che questi giorni siano serviti ad incoraggiare i sogni dei nostri giovani per un futuro migliore”.
Tanti gli spunti di riflessione consegnati ai giovani giunti nel capoluogo piemontese impegnati, nei propri territori di provenienza, ad essere testimoni di speranza: “Durante il percorso di formazione all’impegno socio-politico dei giovani senior del Progetto Policoro nel 2024, abbiamo affrontato la questione della democrazia e della partecipazione – ha spiegato don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro – Il tema è stato dettato dalla cinquantesima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, che si è svolta a Trieste a luglio, e noi abbiamo dato il nostro contributo meditando ulteriormente sulla ‘Partecipazione come balsamo della democrazia’. I passaggi che abbiamo affrontato sono stati molteplici: dalla comprensione di ciò che sta accadendo alla nostra democrazia fino a una visione prospettica, trovando elementi molto belli e interessanti di partecipazione e cittadinanza attiva. Tutto ciò ci ha invitato a riflettere e, nella conclusione che abbiamo vissuto a Ivrea e a Torino attraverso la figura di Adriano Olivetti e l’esperienza del Sermig, è stata evidenziata come la Comunità partecipativa che Adriano Olivetti ha cercato di far crescere e maturare nella sua esperienza di lavoro, di azienda, ma anche nella sua esperienza politica rappresenta un modo innovativo di pensare il sociale e di abitarlo.
Per questo, la conclusione del percorso che abbiamo intrapreso quest’anno ci ha aiutato a camminare insieme e a comprendere come la partecipazione sia innanzitutto costruzione di legami. Una costruzione di legami favorita da alcune dinamiche, processi e attenzioni. Non ultimo, il fatto che ogni persona va valorizzata per ciò che può offrire, ma anche per ciò che è. Partendo da questa dinamica, abbiamo riconosciuto quanto sia importante creare ambienti, luoghi di riconoscimento, incontro, confronto e dialogo, che rappresentano un modello di apertura significativa per il futuro”.