3 Settembre 2014
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Celebrata a Bugnara la Giornata Diocesana per la Custodia del Creato

L’abbondante pioggia ventata non ha permesso il cammino a piedi dal centro di Bugnara alla località Fonte degli uccelli, per celebrare la Giornata diocesana della custodia del creato. Le tante persone intervenute però non si sono date per vinte e hanno voluto fare un breve tratto a piedi, sotto la pioggia battente, partendo dal Comune fino alla chiesa parrocchiale.

 
 
Il Vescovo ha presieduto l’eucaristia con la partecipazione del parroco don Fabio, don Emanuele di Pettorano, P. Renato di Pratola, e persone provenienti da diversi paesi della diocesi. Durante l’omelia il vescovo citando il profeta Osea: “Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici, con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono” (Os 4,2-3), ha tenuto una profonda riflessione: “Le parole del profeta Osea sono una analisi del nostro tempo fatto di smarrimenti e di inquinamenti. Dio ha collocato l’uomo nel giardino perché lo lavorasse e lo custodisse.
 
In tanti luoghi è evidente come l’uomo non ha accolto l’invito di Dio a custodire. Il degrado esterno manifesta la corruzione del cuore e dei valori fondativi della vita. Viviamo con terrore l’inquinamento, che in vaste aree del pianeta si fa sempre più pervasivo. La sete del profitto spinge spesso a violare l’armonia del creato, fino alla diffusione nell’ambiente di veri e propri veleni. Anche la nostra amata terra Abruzzese soffre di questi abusi e la salute di tante persone è messa a rischio. Tante sono le malattie aumentate, soprattutto quelle di tumore. Il Papa, nell’omelia del 20 marzo 2014 ci ha detto: “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani perché ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”. La custodia della terra ci chiede di amarla, vigilando con matura consapevolezza. La terra ci appartiene. Bisogna vigilare e avere una coscienza critica per cogliere le ingiustizie presenti in un modello di sviluppo che non rispetta l’ambiente. Tutti siamo chiamati a questo compito. Viviamo un tempo di crescente consapevolezza ecologica. I giovani ne sono le sentinelle vigili ed efficaci. Con loro e con lo sguardo negli occhi dei bambini possiamo ancora sperare a spazi di armonia, di vita buona e di benedizione”.
 
Alice Consolaro