Nellintroduzione al documento preparatorio per la 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, emerge che, sollecitati dalle parole pronunciate in Sardegna da Benedetto XVI, sullurgenza di lavorare alla formazione di una nuova generazione di credenti, capaci di assumere responsabilità pubbliche nella vita civile e politica, si è voluto dedicare questa Settimana Sociale a uno sforzo di riflessione sulla nozione di bene comune. Tale obiettivo è stato illuminato anche dalla pubblicazione dellenciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate e dal recente documento dei Vescovi Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno. Il documento, ha inteso riflettere sul processo di globalizzazione come opportunità per tutti di spendersi nella direzione dello sviluppo umano, evidenziando che questa nuova realtà sociale esalta il riferimento al bene comune alla luce del rispetto per la persona e per la sua dignità. E per tale ragione che, vogliamo soffermarci sui questi due concetti, ponendo lattenzione sullimportanza per noi cristiani del passaggio dalladesione ai suddetti valori, alla trasformazione degli stessi in un modus vivendi. In realtà bisogna riflettere sul fatto che i concetti di bene comune e dignità della persona sono strettamente concatenati, poiché il bene comune implica il riconoscimento della dignità dellaltro in quanto essere fatto a immagine e somiglianza di Dio. Leggiamo, in questo senso, nel libro Il coraggio di educaredi Giuseppe Savagnone e Alfio Briguglia, che oggi si concepisce lindividuo come tendenzialmente auto-sufficiente e in sé completo, anche senza altri, e cioè egli avrebbe interesse a stabilire un rapporto con loro, solo per arricchirsi della loro compagnia e collaborazione. Di conseguenza, secondo questa concezione, le relazioni non sarebbero costitutive dellidentità della persona, in quanto la libertà individuale consiste nel non essere invasi da altri soggetti. Ma accanto a tale modalità relazionale, gli autori, propongono unalternativa che consiste nella possibilità di essere liberi solo nella misura in cui ci assumiamo la responsabilità del destino degli altri esseri umani (riconoscere la dignità degli altri), accettando di condividere con loro il nostro cammino (bene comune). Anche il documento preparatorio della 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani dice che la direzione del bene comune è quella in cui cresce il valore e la realtà della vita umana, delle sue relazioni e delle sue differenze. Chi sceglie dunque, di aderire al progetto di Dio sulla propria vita, non può fermarsi alla riflessione teorica sul valore del bene comune e sul riconoscimento della dignità delluomo, ma deve sapere tradurre tutto questo nella capacità di guardare al cuore e alla vita dei fratelli, superando ogni egoismo e mettendo i propri talenti e i propri doni al loro servizio. Sempre nel documento, leggiamo che Benedetto XVI con chiarezza ci pone di fronte alla responsabilità di cogliere le nuove opportunità create da questa spinta planetaria. La carità e la verità ci pongono davanti a un impegno inedito e creativo, certamente molto vasto e complesso. Bisogna, quindi, uscire fuori da quei sepolcri di cui ci ha parlato Gesù, ed esseri vivi testimoni dellAmore Divino, di incarnare tale Amore nella storia di ogni giorno e di ogni uomo. Questo messaggio può diventare per ciascun cristiano e anche per chi opera nellambito del Progetto Policoro uno stimolo e un parametro di analisi, per capire che i frutti di tale progetto, sono legati anche al lavoro di ogni collaboratore che, a diverso titolo in esso, sarà capace di guardare al cuore di ogni fratello e, nella logica del dono e dellAmore di Gesù Cristo, saprà farsi compagno attento alla storia dellaltro e promotore del benessere personale e sociale.
Le animatrici di comunità Diocesi di Caltagirone