La seconda giornata di formazione ad Assisi si è aperta con l’immagine evangelica del cieco di Gerico proposta da suor Maria Lisa Schiavone. L’invito è tornare a vedere, imparare come il cieco a porre le domande giuste a Dio e dare voce al grido che abbiamo dentro, anche attraverso piccole scomodità quotidiane.
È importante non confondere i frutti con i risultati, conta la vita che trasmettiamo e generiamo.
A tal proposito, don Mimmo Battaglia – vescovo della diocesi di Napoli – ci ha offerto testimonianze toccanti della sua quotidianità fatta di incontri con persone in difficoltà. Proprio nelle criticità che gli altri gli raccontano, è possibile riconoscere la presenza del Signore, anche quando sembra esserci solo silenzio e solitudine in noi e fuori. Possiamo incontrare Gesù anche nelle nostre povertà. E quasi tutti gli incontri con lui accadono per strada.
Don Mimmo ci ha esortati ad essere “artigiani di cambiamento”, ritenendo con convinzione che una diocesi senza il Progetto Policoro è una diocesi povera di sogni. Occorre una Chiesa più che assertiva, discepola di fragilità. Per questo, ha ribadito il vescovo, bisogna credere in noi stessi e nella bellezza interiore perché c’è un Dio che scommette su di noi.
Attraverso la performance teatrale ispirata alla vita di don Lorenzo Milani, Luigi D’Elia ci ha messo in relazione con il testimone dell’anno, interpretandone volontà e paure. Il monologo, coinvolgente e appassionante, è stato poi arricchito anche dalla testimonianza di Sandra Gesualdi, figlia di uno degli allievi di don Milani nella scuola di Barbiana, il cui segreto consisteva nella capacità di dare dignità all’essere umano in tutta la sua complessità e diversità. Sandra ha tenuto a precisare che l’evoluzione si ottiene solo se si superano insieme i problemi. Le periferie non sono vuote o meno dotate del centro. Il centro è dove c’è una comunità e la comunità esiste dove ci sono le relazioni.
Il pomeriggio è stato dedicato a momenti laboratoriali specifici per anno, fondamentali per conoscersi e conoscere le esperienze plurime dei diversi AdC ed entrare nel vivo delle comunità per cui si è chiamati a prestare servizio.
Alla presenza del Card. Bassetti, presidente della CEI, che ha esortato a confidare in Dio e non chiudere il cuore, si è celebrata l’eucarestia per ringraziare il Signore anche della chiamata che ogni animatore ha ricevuto. In particolare, gli animatori di I anno hanno ricevuto il mandato, quale momento simbolico di avvio di un cammino pieno di sfide e anche incertezze ma che si affronta sempre insieme, accompagnati e sostenuti.
La giornata, intensa e ricca di sollecitazioni, si è conclusa con una veglia di preghiera presso il sacro convento di Assisi, presieduta da don Michele Birardi, che non ha esistato a lanciare ulteriori stimoli. Si è soffermato sulla necessità di tre slanci in particolare: l’importanza di avere sempre una domanda – guai a diventare dei punti esclamativi; lo sguardo, perché sono gli altri che ci rimandano chi siamo; sfida, che diventa fiducia in noi e negli altri, perché è indispensabile far qualcosa ma soprattutto con qualcuno. Essere presenti significa dire ‘mai senza di te’, ha concluso don Michele.
Insomma, una giornata che continuerà a far riflettere e germogliare consapevolezza e desideri.
Susanna M. de Candia, AdC Molfetta-Ruvo-Terlizzi-Giovinazzo