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Far fiorire i sogni, la comunità partecipativa

La buona notizia è che il mondo si può cambiare facendo fiorire i sogni.  Dal 1° al 3 novembre gli Animatori di Comunità Senior del Progetto Policoro, si sono incontrati a Torino in occasione dell’ultima formazione in presenza che conclude il percorso annuale all’impegno socio – politico, che quest’anno ha come tema “La partecipazione balsamo della democrazia”. L’incontro dal tema “Far fiorire i sogni. La comunità partecipativa”, ha visto gli Animatori concentrarsi sull’esperienza della figura di Adriano Olivetti e all’impegno per il cambiamento sociale portato avanti dal Sermig.  “La bontà è disarmante” parole cubitali scritte in un muro del cortile, danno il benvenuto a chi si rivolge all’Arsenale della pace. Il Sermig – Servizio Missionario Giovani – nasce del 1964 da un sogno di Ernesto Olivero e sua moglie Maria Cerrato condiviso da un gruppo di amici: sconfiggere la fame nel mondo. Il loro impegno si propaga coinvolgendo, giovani, coppie di sposi, famiglie, sacerdoti e religiosi dando vita alla Fraternità della Speranza. Il 12 agosto 1983 il Serming entra per la prima volta nei ruderi del vecchio arsenale militare della città. I 40mila mq di superficie della fabbrica, si trasformano con lavoro e sacrificio in una casa di servizio per la pace. Oggi l’Arsenale della pace è un villaggio organizzato per rispondere ai bisogni della persona nella sua interezza: ospitalità, cura della persona, educazione ai valori, formazione permanente, spiritualità. È una storia di fraternità, di restituzione, di accoglienza, di mondialità, di impegno per la pace, di giovani e di impegno civile e sociale. Innovazione e lungimiranza appartenenti anche alla figura di Adriano Olivetti un imprenditore che ha saputo, con la sua sensibilità, cambiare le regole della produzione industriale, disegnando una fabbrica a misura d’uomo e migliorando le condizioni di vita dei suoi dipendenti e della società in generale, realizzando così le “Fabbriche di comunità”, dalla fabbrica di bene alla fabbrica di bene. Ad Ivrea nei luoghi diventati dal 2018 Patrimonio dell’Unesco, gli Animatori guidati dalla Fondazione Olivetti hanno potuto visitare l’Officina H, che era in origine una grande corte centrale interna alle Officine Olivetti, oggi polo universitario. Olivetti, scelto anche come testimone dell’anno per il 2024 dal Progetto Policoro, ha saputo trasformare il progetto comunitario in una concreta proposta di nuovo umanesimo della fabbrica, dove si pensano insieme imprenditori, tecnici e operai. Il lavoro che per detto nobilita l’uomo, dovrebbe essere fonte di gioia, per alcuni è un tormento, il tormento di non averlo o ancora peggio che diventi fonte di inutilità e addirittura possa nuocere al singolo e alla comunità. Tre i punti fondamentali dell’insegnamento di Olivetti: la comunità, ridare alla società la tensione comunitaria senza la quale prevale l’anonimato; le forze spirituali ovvero le forze essenziali dello spirito quindi la verità, la giustizia, la bellezza in quanto una società che non crede nei valori spirituali non crede nel proprio avvenire; ed ultimo punto il valore della cultura, scrive infatti Olivetti che “tutto è inutile se il tesoro insostituibile della cultura non sarà dato a ognuno con estrema abbondanza e amorosa sollecitudine”. La scomparsa di Olivetti avvenuta a soli 59 anni, non solo concluse un’importante stagione per l’elettronica italiana, ma rese orfani di un uomo di grande e singolare rilievo del Belpaese del secondo dopoguerra, un uomo che forse non era figlio del suo tempo e magari neanche del nostro. Nel lavoro di formazione e di memoria portato avanti dalla Fondazione Olivetti, rimane però la passione e la speranza che la visione sensibile e futuristica di Adriano, un imprenditore che, oggi come allora, ha ancora tanto da insegnare, possa essere di esempio per le giovani generazioni. Concluso un cammino infatti è tempo di affrontare nuovi percorsi, proprio la “Speranza” sarà la tematica della formazione all’impegno socio-politico 2025 degli Animatori Senior dal titolo “Hope in progress – Pellegrini di speranza nel Giubileo” con il via al primo incontro dal titolo “Far ripartire la speranza” il 13 gennaio.

                                                                                                                                                                                Ilaria Perduca – Diocesi di Iglesias