29 Agosto 2024
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Scintille di pace

Quarto giorno, partenza da Ruffano in direzione Specchia, prima tappa di questa giornata sui Passi di Don Tonino Bello.
Partiamo di buon passo e il sole che si alza rosso all’alba ci coccola con i suoi primi raggi nella frescura mattutina.
Ci accolgono a Specchia le caratteristiche luminarie pugliesi predisposte per la vicina festa patronale, e dopo le lodi un tipico pasticciotto da Martinucci ci dà le energie per ripartire e rende tutto più dolce.
Arriviamo velocemente ad Alessano prima di pranzo, destinazione di oggi.
Qui tutto parla di Don Tonino.
Lungo le strade ci sono adesivi con il suo volto, frasi e bandiere per la pace.
Nel pomeriggio visitiamo la sua tomba al cimitero di Alessano. Installazioni di opere d’arte e riflessioni ci accompagnano all’incontro. Davanti a lui ci sono due file di gradoni, come un piccolo anfiteatro da cui continuare ad ascoltarlo. Qui Don Stefano Ancora, che ha conosciuto personalmente Don Tonino, ci racconta la vita e gli aneddoti e ci trasmette la potenza del suo pensiero, su cui non ha mai smesso di riflettere e meditare.
Don Tonino era un grande studioso e cultore delle materie classiche, ma allo stesso tempo un uomo attento ai problemi del singolo e della comunità. Accoglienza, pace, umanità, sostegno agli emarginati, sono parole chiave di una viva testimonianza, di un operare che ha messo sempre al centro la persona. In particolare sulla Pace ci dice qualcosa anche a noi contemporanei di oggi: “Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia. Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio. E, per giunta, cammino in salita.
E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi parte.”
Questa ricchezza di pensiero può illuminare delle risposte che ancora oggi a trenta anni di distanza fatichiamo a trovare.
La sua capacità di mediazione gli conferiva uno sguardo lucido penetrante sul mondo che metteva sempre al centro la persona.
Iconiche sono le sue parole: “Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della Vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
Allora chi vuole essere Don Tonino?
Siamo tutti chiamati a riportare una traccia di questa ricchezza nell’impegno presso le nostre comunità. Nessuno è inutile.
Ci hanno accompagnano nella visita anche le Sorelle della congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazaret, moltissime delle quali giovani, che hanno la missione di portare il messaggio evangelico nella quotidianità dei luoghi di lavoro.
C’è uno scambio di esperienze e pensieri che ci arricchisce per tutta la cena, e in qualche modo mi conferma che le emozioni e le idee sono gli unici beni che se li condividi si moltiplicano invece di dividersi.
Stasera andiamo a letto molto presto, domani le sveglia è alle 4.30 per l’ultima bellissima e lunga tappa verso Il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae a Leuca, dove finisce la nostra terra e ci potraiamo verso il centro del tormentato mediterraneo, quasi come ad ascoltare gli appelli di Don Tonino.
Ultima partita a briscola con le belle ma difficili carte trevisane e si va a nanna.
Buonanotte!!!

Benedetto Mucci, AdC I anno della Diocesi di Prato