10 Giugno 2010
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Verso una nuova cultura del lavoro. Diocesi di Caltagirone

Il messaggio contenuto nell’enciclica Caritas in Veritate da forza e valore alla finalità del Progetto Policoro di sostenere i giovani del Sud Italia nel delicato compito di realizzare progetti di sviluppo lavorativo personali e sociali, e, nello specifico, all’obiettivo che l’equipe della diocesi di Caltagirone si è posto volendo raggiungere i giovani nei loro luoghi di formazione.

 
 
Nell’Enciclica Caritas in Veritate leggiamo: “…nella Populorum progressio, Paolo VI ha voluto dirci, prima di tutto, che il progresso è, nella sua scaturigine e nella sua essenza, una vocazione: «Nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perchè ogni vita è vocazione». L’enciclica continua dicendo che proprio questo legittima l’intervento della Chiesa nelle problematiche che riguardano lo sviluppo, infatti, «se esso riguardasse solo aspetti tecnici della vita dell’uomo, e non il senso del suo camminare nella storia assieme agli altri suoi fratelli nell’individuazione della meta di tale cammino, la Chiesa non avrebbe titolo per parlarne». […] La vocazione è un appello che richiede una risposta libera e responsabile. Lo sviluppo umano integrale suppone la libertà responsabile della persona e dei popoli: nessuna struttura può garantire tale sviluppo al di fuori e al di sopra della responsabilità umana. […] Paolo VI non ha dubbi che ostacoli e condizionamenti frenino lo sviluppo, ma è anche certo che « ciascuno rimane, qualunque siano le influenze che si esercitano su di lui, l’artefice della sua riuscita o del suo fallimento. Tale messaggio da forza e valore alla finalità del Progetto Policoro di sostenere i giovani del Sud Italia nel delicato compito di realizzare progetti di sviluppo lavorativo personali e sociali, e nello specifico all’obiettivo che l’equipe della diocesi di Caltagirone si è dato volendo raggiungere i giovani nei loro luoghi di formazione.
 
Si può parlare di cultura d’impresa, di dignità del lavoro, di centralità della persona, di bene comune, di mercato e di imprenditorialità nella logica della carità e della speranza cristiana. È alla luce di tale logica che il modulo formativo sul tema “Marketing d’impresa” realizzato presso il corso per Imprenditori Agricoli dalla Confederazione Italiana Agricoltori, gli incontri presso le scuole superiori (classi IV e V) e il corso di formazione di I livello per i giovani che stanno svolgendo l’anno di Servizio Civile presso la Caritas diocesana, hanno visto il Progetto Policoro impegnato nella trasmissione dei suddetti temi.
 
Le riflessioni dei giovani incontrati rivelano il loro stupore nel conoscere una Chiesa che s’interessa della dimensione lavorativa quale strumento, per l’uomo, di compartecipazione all’opera creatrice di Dio e quindi come vocazione al dono di sé. «L’essere umano è fatto per il dono, che ne esprime ed attua la dimensione di trascendenza. Talvolta l’uomo moderno è erroneamente convinto di essere il solo autore di se stesso, della sua vita e della società. È questa una presunzione, conseguente alla chiusura egoistica» (Enc. Caritas in Veritate).
 
In una Sicilia culturalmente contrassegnata dalla logica della raccomandazione, è necessario parlare ai giovani di progetto di vita e di sviluppo locale alla luce della speranza cristiana. «[…] La speranza cristiana, è una potente risorsa sociale a servizio dello sviluppo umano integrale, cercato nella libertà e nella giustizia. La speranza incoraggia la ragione e le dà la forza di orientare la volontà. È già presente nella fede, da cui anzi è suscitata. La carità nella verità se ne nutre e, nello stesso tempo, la manifesta. Essendo dono di Dio assolutamente gratuito, irrompe nella nostra vita come qualcosa di non dovuto, che trascende ogni legge di giustizia» (Enc. Caritas in Veritate).
 
 
Su tale direzione analizzare con i giovani le logiche di mercato al fine di progettare un percorso di formazione culturale e professionale, approfondire il tema della imprenditorialità come occasione per investire le proprie potenzialità («L’imprenditorialità, prima di avere un significato professionale, ne ha uno umano. Essa è inscritta in ogni lavoro, visto come «actus personae», per cui è bene che a ogni lavoratore sia offerta la possibilità di dare il proprio apporto in modo che egli stesso « sappia di lavorare ‘‘in proprio” ». Non a caso Paolo VI insegnava che «ogni lavoratore è un creatore» Enc. Caritas in Veritate), parlare di marketing significa annunciare che, leggendo tra le pieghe delle dinamiche economiche e utilizzando gli strumenti economici adeguati, è possibile non solo essere protagonisti della realizzazione di un personale progetto lavorativo, ma anche, contribuire allo sviluppo del proprio territorio nella prospettiva del bene comune. Il bene comune implica, infatti, che «il mercato non è, e non deve perciò diventare, di per sé il luogo della sopraffazione del forte sul debole. La società non deve proteggersi dal mercato, come se lo sviluppo di quest’ultimo comportasse ipso facto la morte dei rapporti autenticamente umani. […] Non va dimenticato che il mercato non esiste allo stato puro. Esso trae forma dalle configurazioni culturali che lo specificano e lo orientano. Infatti, l’economia e la finanza, in quanto strumenti, possono esser mal utilizzati quando chi li gestisce ha solo riferimenti egoistici. Così si può riuscire a trasformare strumenti di per sé buoni in strumenti dannosi. Ma è la ragione oscurata dell’uomo a produrre queste conseguenze, non lo strumento di per se stesso. Perciò non è lo strumento a dover essere chiamato in causa ma l’uomo, la sua coscienza morale e la sua responsabilità personale e sociale. […] La dottrina sociale della Chiesa ritiene che possano essere vissuti rapporti autenticamente umani, di amicizia e di socialità, di solidarietà e di reciprocità, anche all’interno dell’attività economica e non soltanto fuori di essa o «dopo» di essa. La sfera economica non è né eticamente neutrale né di sua natura disumana e antisociale. Essa appartiene all’attività dell’uomo e, proprio perché umana, deve essere strutturata e istituzionalizzata eticamente» (Enc. Caritas in Veritate).